Il fondo Edoardo Volterra

Edoardo Volterra (1904-1984) fu professore ordinario di Istituzioni di diritto romano. Figlio del matematico e senatore del regno Vito Volterra e di Virginia Almagià fu allievo di Vittorio Scialoja e Pietro Bonfante. Nondimeno egli fu vicino a Pietro de Francisci, nel contesto dell’Istituto di diritto romano dell’Università La Sapienza di Roma. Libero docente di diritto romano dal 1926, fu professore incaricato a Cagliari, dove operò per circa un triennio; ternato nel concorso da ordinario nel 1931, fu chiamato a Parma, di lì a Pisa e infine a Bologna.

Sin dagli anni ’30 fu attore partecipe del dibattito scientifico romanistico, in Italia e in Europa, concentrando i propri studi in materia di diritto di famiglia, sviluppando con una concezione del matrimonio romano derivata dai modelli del suo maestro Pietro Bonfante e tuttavia innovativa, con l'ottica postata sul diritto tardo-repubblicano e del principato rispetto all'età arcaica. Ma non trascurabili furono i suoi interessi per i diritti orientali, di cui lui possedeva anche la base filologica per i suoi studi con riconosciuti maestri come Carlo Alfonso Nallino e Giorgio Levi della Vida. Allo stesso modo, egli fu attivamente coinvolto nel progetto, ideato da Pietro de Francisci e animato prima da Bonfante, poi anche da Salvatore Riccobono, di studio delle costituzioni imperiali (l’ambizioso progetto noto con il nome di Palingenesia Codicis). Una ricerca a margine della quale è verosimile che Volterra sviluppò il progetto di una raccolta completa dei senatoconsulti noti dalle fonti antiche, a cui attese per tutta la propria vita.

Nel 1938 fu allontanato dall’insegnamento in seguito alle leggi razziali, iniziando un periodo di peregrinazioni fra l’Egitto, la Francia, il Belgio e l’Olanda. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale fece ritorno in Italia, dove operò contro il fascismo, contribuendo alla nascita del Partito d’Azione, sino a conoscere la carcerazione fra il giugno e il luglio 1943. Dopo l’8 settembre 1943 fu attivo nella lotta partigiana nel CLN.

Alla fine della guerra fu indiscusso e ricordatissimo protagonista dell’amministrazione dell’Università di Bologna liberata dal nazi-fascismo, essendone prima prorettore, poi rettore, e contribuendo così alla ricostruzione, morale prima ancora che materiale, dell’Alma Mater, e attraverso essa, dell’Italia. Agli inizi di quello stesso periodo (settembre 1945 – giugno 1946) fu membro della Consulta Nazionale del Regno d’Italia, l’assemblea legislativa provvisoria istituita al fine di sostituire gli organi parlamentari.

Chiamato a Roma nel 1951, fu attivo ispiratore della vita scientifica dell’Istituto di diritto romano dell’Università ‘La Sapienza’, di cui fu a lungo direttore, formando numerosi allievi versati in vari ambiti del diritto romano e dei diritti dell’antichità: fra essi Giovanni Gualandi, Antonio Masi, Luigi Capogrossi Colognesi, Daniela Piattelli. Nel corso della sua direzione Volterra animò la politica culturale promossa dall’Istituto di diritto romano, con l'ampliamento dello spettro delle aree investite, assunte come determinanti nello studio giuridico.

Chiamato alla Corte costituzionale nel 1973, ricoprì l’incarico fino all’inverno 1982, rivestendo nell’ultimo anno la carica di Vicepresidente. Nei nove anni trascorsi alla Corte fu estensore di importanti sentenze in tema di diritti di libertà e dei lavoratori, come per esempio la sentenza in materia di diritto di sciopero.

Appassionato bibliofilo, la sua biblioteca – attualmente depositata dagli eredi insieme a materiali inediti dello studioso presso l’École Française de Rome – costituisce uno dei punti di riferimento per la storia delle edizioni a stampa di opere di diritto in età moderna e ad essa sono stati dedicati importanti studi di catalogazione, come per esempio quello di Douglas Osler (Edoardo Volterra, 1904–1984. A catalogue of the early printed books in his library, now in the École française de Rome, Frankfurt a.M. 2006).

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